In ascolto della povertà

Gennaio, in modo particolare, è stato per me un mese di incontro e di contatto con i molti volti della povertà che esistono a Napoli.
Credo che, in questo mondo e in questo specifico contesto storico, la povertà ci tocchi tutti in misura minore o maggiore.
Il nostro contesto socioculturale, purtroppo, è fortemente generativo di povertà perchè, anche il riconoscimento di diritti basilari, richiede rivendicazione. Molte persone, di conseguenza, restano escluse drammaticamente non solo dal circuito lavorativo, ma anche dai diritti e, provo dolore anche a scriverlo, dalla dignità.
In questo mio diario on line voglio raccontarvi le due emozioni che ho provato davanti a questo volto plurisfaccettato della povertà.
Una è la "com-passione", nel senso etimologico del termine. Noi tecnicamente la chiamiamo "empatia".
E' la possibilità di essere dalla parte di chi chiede aiuto, di chiedere insieme, di lottare insieme, ed è per me una grande fortuna. Sia io sia la persona che ho davanti sappiamo che non si può fare molto, che forse si farà pochissimo, ma incontrarsi, rischiare di accogliersi, saper stare davanti alla lacrime di solitudine che ho visto sgorgare da tanti occhi, aiuta a sapere che, in qualche posto, c'è una persona che sta con me, che mi accompagna, che non mi dirà: "io non posso farci niente".
L'altra è la rabbia. Fa tanta rabbia vedere la rassegnazione di persone a cui basta un sussidio economico per vivere e non pensa al lavoro come elemento di realizzazione sociale; fa rabbia vedere che esiste ancora l'analfabetismo che paralizza e che esclude; fa rabbia vedere e sentire donne che non hanno alcuna autostima e accettano ogni forma di sottomissione; fa rabbia vedere che, ancora, si pensa a cercare il modo per truffare e per evadere le proprie responsabilità sociali.
Io, da pedagogista, continuo a credere che la cultura e l'educazione siano la chance che ogni persona ha di valorizzarsi, di emanciparsi e di crescere. Credo negli interventi multisettoriali sulla povertà, perchè, senza uno sguardo plurale, non si può risolvere il problema dell'esclusione e della mancanza di dignità, cose che mi sembrano le conseguenze più drammatiche della povertà contemporanea.
E, concludo questo post, con la speranza che il piccolo pezzo del mio lavoro, insieme a quello di tanti altri, dia fiducia agli esclusi e consenta loro di lottare per il riconoscimento della dignità di ogni uomo e donna.

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